Il patrimonio culturale, che include opere d’arte, documenti storici e tutti i materiali culturali di valore, è costantemente minacciato da agenti di degrado che ne possono accelerare il deterioramento. Spesso, questi agenti agiscono in combinazione, aumentando in modo esponenziale i rischi per le collezioni conservate nelle istituzioni quali gallerie, biblioteche, archivi e musei.
Ma come possiamo proteggere il nostro patrimonio e ridurre i rischi?
Il primo passo è comprendere gli agenti di deterioramento e sapere come comunicare i rischi in modo efficace. Senza una comunicazione chiara, il rischio potrebbe non essere percepito correttamente e le azioni preventive potrebbero risultare insufficienti.
In questo articolo esploreremo:
- I principali agenti di degrado identificati dall’ICCROM (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali).
- Le tecniche per comunicare i rischi in modo chiaro e comprensibile a tutto il personale e agli stakeholder coinvolti.
- Come la consapevolezza collettiva possa ridurre i rischi per il patrimonio culturale.
I 10 agenti di degrado e perdita
Cosa minaccia il Patrimonio Culturale?
L’ICCROM ha individuato nella “Guida al Risk Management” 10 tra i maggiori agenti che contribuiscono al deterioramento e la perdita del patrimonio culturale.
1. Forze fisiche
Le forze fisiche possono derivare da eventi naturali, come terremoti, venti, ed erosione, oppure da attività umane, come una manipolazione impropria, trasporti non adeguati, lavori di costruzione o il traffico.
Conseguenze: rotture, strappi, crepe, abrasioni e, nei casi più gravi, la distruzione totale degli oggetti.
2. Criminali: furto, vandalismo e attacchi mirati
Il patrimonio culturale è spesso vittima di furti, atti di vandalismo o attacchi di matrice politica o ideologica. Questi rischi, se non gestiti, possono portare alla perdita permanente di opere di inestimabile valore.
Conseguenze: dalla deturpazione alla sparizione completa degli asset.
3. Fuoco
Gli edifici storici sono particolarmente vulnerabili agli incendi, che possono essere causati da impianti elettrici difettosi, lavori di costruzione, fulmini o incendi boschivi.
Conseguenze: distruzione totale o parziale, deformazione dovuta al calore e accumulo di fuliggine sulle superfici.
4. Acqua
L’acqua è una delle principali cause di deterioramento e può provenire da molteplici fonti: alluvioni, piogge intense, perdite idrauliche, o procedure di pulizia inadeguate. Persino l’intervento dei Vigili del Fuoco per spegnere un incendio può causare danni idrici alle collezioni.
Conseguenze: discolorazione, corrosione, deformazione, dissoluzione e proliferazione di muffe.
5. Infestazioni: insetti, roditori e altri agenti biologici
Gli oggetti in materiali organici (come legno, carta e tessuti) rappresentano un’attrattiva per insetti, roditori e uccelli, soprattutto in assenza di adeguate misure di pulizia e manutenzione.
Conseguenze: perforazioni, macchie, indebolimento dei materiali e perdita di parti dell’oggetto.
6. Agenti inquinanti
Nelle grandi città o vicino a poli industriali, gli agenti inquinanti possono penetrare negli ambienti di conservazione e accelerare il deterioramento delle collezioni. Anche i visitatori introducono particelle nocive negli ambienti chiusi.
Conseguenze: discolorazione, corrosione e indebolimento dei materiali.
7. Illuminazione e raggi UV
Una gestione errata dell’illuminazione, soprattutto in assenza di filtri UV, può causare danni significativi alle opere esposte.
Conseguenze: sbiadimento dei colori, ingiallimento e disintegrazione dei materiali organici.
8. Temperatura
Variazioni estreme di temperatura, causate dal clima o da sistemi di climatizzazione malfunzionanti, possono accelerare l’invecchiamento dei materiali.
Conseguenze: deformazione, disidratazione e maggiore fragilità dei materiali.
9. Umidità relativa
Livelli eccessivi o troppo bassi di umidità possono compromettere l’integrità degli oggetti, favorendo la crescita di muffe o provocando rotture e deformazioni.
Conseguenze: proliferazione di funghi e muffe, rotture e indebolimento strutturale.
10. Dissociazione
La dissociazione si verifica quando si perde la connessione tra un oggetto e la sua documentazione. Questo rischio può derivare da un’errata catalogazione, dall’obsolescenza digitale o dal pensionamento del personale chiave.
Conseguenze: perdita di oggetti o del loro valore storico e simbolico.
Incremento dell’incidenza degli agenti di deterioramento
La minaccia degli agenti di deterioramento è aggravata da un fenomeno globale in atto: il cambiamento climatico. Le condizioni meteorologiche estreme moltiplicano i rischi per il patrimonio culturale, esponendo gli edifici, le opere e i siti archeologici a molteplici minacce.
Tra i pericoli più comuni si annoverano l’aumento delle temperature estive, inverni eccessivamente caldi o freddi, e variazioni nelle precipitazioni, che scatenano alluvioni, siccità, tempeste e forti venti. Inoltre, fenomeni come l’acidificazione degli oceani, l’erosione costiera, i cicli ripetuti di gelo e disgelo, gli incendi boschivi e l’infestazione biologica compromettono la stabilità dei materiali di cui sono costituiti gli asset culturali, come pietra e mattoni, provocandone crepe, spaccature e danni strutturali. Questi impatti possono destabilizzare edifici, danneggiare siti archeologici e minacciare collezioni.
La sfida del cambiamento climatico rende ancora più urgente la necessità di adottare misure di conservazione preventiva e diffondere la consapevolezza sui rischi legati al deterioramento. Allarmanti sono le statistiche riportate nel “White Paper commissionato dall’ICOMOS” riferenti all’anno 2022. Secondo queste, infatti, ben il 24% dei siti minacciati dalla crisi climatica si trova in Europa. Tra gli 89 siti a rischio nel mondo, sono 21 quelli nel continente europeo che dovrebbero essere salvaguardati.
Comunicare il rischio: una strategia fondamentale
La comunicazione del rischio è uno degli strumenti fondamentali per la prevenzione e protezione del patrimonio culturale. Non basta conoscere i pericoli: occorre fare in modo che tutto il personale, dai restauratori ai curatori, e persino il pubblico, sia consapevole dei rischi e del loro impatto.
Una comunicazione efficace:
- Aumenta la consapevolezza: più persone informate significa un minor rischio per il patrimonio.
- Facilita le azioni preventive: se il personale conosce i rischi, può agire per ridurli prima che si concretizzino.
- Migliora la gestione delle emergenze: in situazioni critiche, una buona comunicazione aiuta a prendere decisioni rapide ed efficaci.
L’ICCROM suggerisce l’uso di frasi di sintesi del rischio. Sono delle frasi sintetiche, chiare e coincise per descrivere il rischio, che devono contenere 3 elementi:
- L’agente di degrado: perdite acqua, luce diretta…
- L’effetto atteso: sbiadimento dei colori, formazioni di muffa…
- La parte dell’asset colpita: opere esposte nella sala principale, documenti conservati nel magazzino…
Qualche esempio di comunicazione:
- “La luce solare che entra dalle finestre della sala espositiva potrebbe causare lo sbiadimento dei colori dei costumi esposti.”
- “L’eccessivo traffico di visitatori sul pavimento musivo non protetto del sito archeologico potrebbe provocare abrasioni, distacchi e perdita di tessere.”
- “Il malfunzionamento del sistema di archiviazione digitale, dove è conservata l’unica copia dell’inventario del museo, potrebbe provocare una perdita irreversibile di informazioni.”
Queste frasi permettono di comprendere meglio le conseguenze potenziali dei rischi e di agire in modo tempestivo per prevenirli.
Il patrimonio culturale rappresenta la nostra storia, identità e memoria collettiva. Proteggerlo richiede un impegno congiunto basato su due pilastri fondamentali: la consapevolezza dei rischi e la comunicazione efficace.
La chiave del successo sta nel costruire una cultura del rischio, in cui ogni persona che lavora o visita musei, archivi, biblioteche e gallerie diventi parte attiva nella protezione del patrimonio. Più sono le persone informate, minori saranno i rischi per le persone e le collezioni.